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Alfabeto armeno


L'alfabeto armeno compare nel 405 d.C ad opera di San Mesrop Maštoç che aveva necessità di tradurre la Bibbia in armeno. L'alfabeto ha delle similitudini con la scrittura liturgica pahlavi e l'alfabeto siriaco, per questo è stata formulata l’ipotesi di una sua dipendenza da questi. L'idea più accreditata è che sia modellato sull'alfabeto greco. A sostegno di questa ipotesi si citano i seguenti riscontri:
l'ordine delle lettere è come quello greco
la forma di alcune lettere sembrano derivare da un tipo di corsivo greco
I tipi di scrittura sono quattro:
erkatagir  (compare nei manoscritti dal V al XIII secolo e nelle epigrafi)
bolorgir  (è un corsivo che compare nel X secolo e si diffonde nel XII secolo)
notrgir ( è del tipo minuscolo molto usato tra il XVI ed il XVIII secolo)
šeghagir (è di tipo obliquo ed è la forma più usata attualmente).

I due dialetti principali dell'armeno sono l'orientale e l'occidentale che usano lo stesso alfabeto, ma alcune lettere sono pronunciate differentemente.

La Repubblica socialista armena nel 1922 riformò l'ortografia. Tranne qualche eccezione l’operazione non cambiò la pronuncia delle parole. Tuttavia molti armeni rifiutarono la riforma e continuarono ad usare l'ortografia tradizionale.

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